Siete appena stati ad un corso di controllo della mente e siete rimasti un po’ scettici? Credete sia assolutamente impossibile ed assurda la telepatia o la lettura della mente? Siete convinti che le preghiere ed il pensiero positivo siano robe per persone deboli e un po’ strambe? Beh, allora dovreste leggervi questo articolo del “The Economist” nel quale sono riportati i risultati di alcuni studi scientifici di serissime università in cui è dimostrato – tra l’altro – che è possibile:
1) pilotare un elicottero in uno cielo digitale solo con degli elettrodi applicati al cuoio capelluto
3) individuare a quale tipo di oggetto una persona sta pensando (ad esempio se si tratta di un ortaggio o qualcos’altro) osservando la scansione del suo cervello
4) dimostrare che il cervello si comporta nella stessa maniera quando sogna e quando è sveglio. Tra parentesi: in questo esperimento sono stati utilizzati dei “campioni di sogno lucido” [leggi qui l’articolo de L’11 sui “sogni lucidi”].
Insomma: mica pizza e fichi!
C’è ancora un bel po’ di strada da fare perché la scienza possa spiegare i complicatissimi e per molti versi ancora inimmaginabili comportamenti della mente, ma questi studi costituiscono una prova assai importante in questo campo, una “proof of principle” come si dice in ambito scientifico. Ossia la dimostrazione che qualcosa è possibile: nello specifico mettere in relazione fenomeni osservabili come una scansione o segnali elettrici cerebrali con il nostro pensiero.
Aggiungiamo noi che questi risultati autorizzano a supporre che sia assai probabile che anche “visualizzare” qualcosa (con una preghiera o un pensiero programmato) indurrà il cervello a reagire come se questo qualcosa fosse reale. E’ quello che sostiene anche Brian Pasley uno scienziato dell’Università della California a Berkley, autore di uno studio che dimostra come sia possibile decifrare l’attività elettrica del cervello quando una persona ascolta una conversazione in maniera tale che si può associare il suono di una parola ad un segnale elettrico del cervello. Pasley inoltre sostiene che “ci sono evidenze per cui udire un suono e immaginare il medesimo suono attiva aree simili nel cervello”. Del resto lo aveva già previsto un ebreo vissuto in Palestina circa 2000 anni fa quando diceva: “Tutto quello che domandate nelle preghiere, abbiate fede di averlo ottenuto e vi sarà accordato”.
Il premio Nobel per la chimica, Kary Mullis, racconta nel suo libro “Ballando nudi nel campo della mente” di come fosse in grado di accendere una lampadina con la sola forza del pensiero. Mullis aveva notato che era possibile variare il voltaggio dell’elettricità che passava attraverso il suo corpo pensando a cose diverse: passare da uno stato di meditazione e rilassamento al guardare le foto di una donna nuda produceva un repentino cambio della resistenza elettrica della sua pelle e quindi del voltaggio così da poter accendere una lampadina.
Se la visualizzazione è la costruzione di immagini che conosciamo o abbiamo già visto, l’immaginazione è invece proprio ciò a cui si riferiva Gesù nella frase citata sopra (dal Vangelo di Marco, NdA), ossia il processo di creazione di un’immagine mentale che non esiste e che non conosciamo. Il maggior insegnamento lasciatoci da Gesù è proprio questo: immaginate qualcosa che desiderate e credete di poterlo raggiungere, al punto tale da considerarlo già qui, e allora lo otterrete! I miracoli accadono solo se si crede (si ha fede) che possano accadere. E non il contrario! Bisogna cioè immaginare il miracolo compiuto prima che si compia. E sarà anche grazie a questa capacità immaginativa di creare qualcosa che ancora non c’è, che ciò che si è immaginato si tradurrà in realtà.
In altre parole se il cervello si comporta alla stessa maniera se vediamo qualcosa o se lo visualizziamo (nei sogni o da svegli con il pensiero), generando reazioni simili in noi, anche un’immagine creata dalla nostra mente potrà avere gli stessi effetti. Se quindi immaginiamo qualcosa di bello, positivo e desiderato e crediamo di poterlo ottenere, ciò originerà in noi un atteggiamento tale da aumentare le possibilità di farcelo ottenere. Dove con “atteggiamento” si intende un complesso, inestricabile e indefinibile insieme di stati psicofisici che determinano la maniera con cui interagiamo con la realtà e di conseguenza come siamo in grado di modificarla.
Lo stesso vale ovviamente per le “visualizzazioni” negative…Se siamo costretti dal nostro partner ad andare al matrimonio di un amico e poi facciamo un’indigestione di ostriche, è plausibile pensare che la nostra rabbia abbia favorito l’indigestione. Come? Non lo sappiamo e – tutto sommato – nemmeno importa tanto. Se usciamo la sera e sempre il nostro partner (!) si impunta per prendere la macchina, è probabile che – tornando a casa - se saremo noi a guidare, faticheremo a trovare un parcheggio perché – inconsciamente o meno – vorremo dimostrare che sarebbe stato meglio andare a piedi.
Qualcuno ha detto che “vediamo le cose non come esse sono, ma come noi siamo”. In fisica quantistica, se prepariamo un esperimento per verificare che l’elettrone è una particella, esso ci si rivela come tale, ma se l’esperimento è volto a dimostrare che si tratta di un’onda, l’elettrone si comporta come un’onda. Qual è la realtà? Entrambe le cose o nessuna delle due cose. Siamo noi osservatori a determinare come la realtà ci appare. [clicca qui per leggere l’articolo de L’11 su questo argomento specifico]. Se quindi ci poniamo nella condizione di “voler trovare il parcheggio”, immaginando il parcheggio, la realtà ci si svelerà sottoforma di un facile parcheggio. Se la nostra aspettativa è opposta, la realtà assumerà forma opposta. L’esempio è volutamente estremo e semplicistico, ma cattura bene il senso della questione. Troveremo parcheggio non per magia, ma grazie ad un atteggiamento alla guida più concentrato, più aggressivo, più attento, generato in noi da un’aspettativa positiva da noi “programmata”.
Spiegare come questo possa accadere in termini analitici o scientifici è impossibile. Non esiste alcuna espressione matematica che correli ciò che accade nella mente di una coppia che vuole avere figli ed il loro apparato riproduttivo. Ma una correlazione c’è, questo è certo. Forse però non l’abbiamo mai cercata, convinti che non potesse esistere o fosse troppo complicata da concepire. Gli esperimenti citati all’inizio dell’articolo potrebbero essere un piccolissimo passo in questa direzione. Perché – come detto – tracciano il cammino verso un universo che appare interessantissimo ed ancora assai esplorato: la nostra mente.
Detto questo, adesso chiudete gli occhi, rilassate la vostra mente ed immaginate nella maniera più reale possibile qualcosa che desiderate con tutto voi stessi. Lo avete lì davanti agli occhi, proprio come lo volete e lo sognate. Questa immagine vi attirerà. Adesso dite a voi stessi che lo otterrete, che vi sarà dato, che ve lo meritate. Non esiste ancora alcuna equazione matematica che lo possa spiegare, ma, se ci credete sul serio, se penserete che nel buio davanti a voi troverete qualosa a cui appoggiarvi o imparerete a volare, vi assicuro che sarete esauditi…
Fonte: http://www.lundici.it/2011/11/il-potere-della-mente/
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