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venerdì 10 agosto 2012

TEORIE SULL' AUTOGUARIGIONE


Abstract
Il corpo umano possiede delle capacità di autoguarigione che si manifestano anche in condizioni patologiche gravose. Definito scientificamente come guarigione spontanea, detto fenomeno sembra avere quale substrato anatomo – fisiologico l’asse ipotalamo-ipofisario- sistema immunitario. Esso sembra essere il responsabile, in date circostanze, della produzione di ormoni e molecole favorenti l’autoguarigione. La PNEI è la scienza a cui dobbiamo tali evidenze.
Le circostanti favorenti la messa in circolo di molecole quali citochine, serotonina, dopamina, sono attivate mediante il sistema limbico e rafforzati da uno status mentale creativo, da un’ alta autostima, dalla preghiera nonché dall’eliminazione di eccessi alimentari, abuso di sostanze nocive per l’organismo, etc,etc.



Il cervello è capace di creare tutte le condizioni necessarie nel rilevare, affrontare e risolvere i disturbi corporei? anche i più gravi? Sembra proprio di sì e sembra che questo fenomeno possa essere attivato mediante meccanismi immunitari ed adeguate secrezioni. L’occidente, con il proprio modus pensanti, attribuisce certe guarigioni straordinarie e inspiegabili per la scienza, a fattori miracolistici. Definito come guarigione spontanea, in realtà è un fenomeno che inizia ad avere delle risposte da parte della PNEI e che sostanzialmente, sembra attivare alcune sostanze chimiche, i neurotrasmettitori.
PNEI è l’acronimo di psiconeuroendocrinoimmunologia, disciplina che studia le interrelazioni tra psiche, sistema immunitario, endocrino e nervoso, nonché come questi si influenzino vicendevolmente. Grazie alla PNEI, alla sua scientificità, sono cadute molte teorie tendenti alla frammentazione del essere umano, teorie che hanno trovato spazio, considerazione e protezione da parte della medicina convenzionale. La liberazione dei neurotrasmettitori avviene continuamente ed è influenzata da innumerevoli fattori: il nostro stato mentale in primis, la tendenza ad essere positivi anche nelle condizioni critiche, lo stile di vita ed il vissuto emotivo. Cosicché ad esempio, essere diffidenti sulle proprie capacità, possedere uno scarso grado di autostima e di risorse interiori, provoca allo stesso modo dell’ uso indiscriminato di farmaci e/o abuso di sostanze nocive un indebolimento del fenomeno dell’autoguarigione. Da segnalare uno studio effettuato presso L’Harvard Medical School di Boston, pubblicato nel 2002, secondo cui la preghiera ed in particolare la recitazione del rosario ed anche di un mantra ripetuto, avrebbe la capacità di regolarizzare la pressione arteriosa ed il battito cardiaco. In effetti, è dimostrato che queste pratiche tendono ad abbassare il tono del sistema simpatico a favore di una attivazione di quello parasimpatico, predisponendo al rilascio di ormoni quali serotonina, (l’ormone del benessere) dopamina, endorfine, citochine. Le sostanze neurotrasmettoriali come le citochine, la serotonina attivano le indispensabili difese immunitarie dell’organismo. Accanto alle preghiere o ai mantra, la produzione di dette molecole è incrementata dalla capacità reattiva che il nostro corpo è in grado di porre in atto nonché dalla creatività, l’amore, lo sport, il sesso e la pratica di un’arte. Processo che verrebbe da dire origina dall’organo più nobile e sconosciuto del corpo umano, il cervello, ed è da esso quindi che deriva la nostra capacità di non ammalarsi. Mi viene da pensare come sia errato il life style assunto da noi occidentali e l’errata direzione alla quale viene spinta la nostra vita, lontana dall’interiorità, dall’ascolto dei bisogni primari in favore di una esistenza che dire superficiale è un eufemismo. Viene allora naturale considerare il sintomo fisico come un cialtrone da debellare ed il corpo che lo manifesta come uno sciocco strumento meccanico da riparare al più presto, veicolo di disservizio e di rallentamento dei ritmi quotidiani. Quanta cecità! Basti pensare che in presenza di sintomi come la febbre o un banale raffreddore, questi sono stroncati immediatamente, assumendo il primo farmaco a portata di mano ed in più attraverso l’ automedicazione.
Il substrato anatomo – fisiologico dell’autoguarigione
Il potenziale di auto guarigione, sembra si verifichi specificatamente attraverso la mediazione  dell’asse ipotalamo-ipofisi – sistema immunitario. Georg Groddeck, medico e psicoanalista, padre della moderna psicosomatica, all’inizio del ‘900 descrisse le capacità del corpo umano di ripararsi da sé in seguito a malattia. Groddeck riteneva che i nodi da sciogliere per sconfiggere la malattia si trovassero nella parte razionale del cervello, la quale doveva essere ridimensionata per permettere all’energia vitale (ES)di emergere e guarirci. Nel suo bellissimo libro, NASAMECU, acronimo ippocratico di natura sanat medico curat, Groddeck fornisce tutte le indicazioni tendenti a tale scopo. L’autore dunque rileva che l’autoguarigione sia possibile attraverso il  ridimensionamento dell’IO a favore dell’ES, ovvero dell’energia vitale che è presente dentro ognuno di noi e che fa funzionare insieme tutte le cellule, ricostruisce il corpo rinnovandolo continuamente, ci difende dagli attacchi e ci cura. Questo principio, in netto anticipo sui tempi, è una prima forma di lettura “scientifica” la quale propone anche una visione unitaria o come diremmo oggi,  olistica dell’uomo. L’Es, definibile anche come forza totipotente, viene ostacolata dunque dall’IO.  L’IO è figlio di una cultura dominante di superficie, di un’educazione cieca di fronte alle diversità e che ci vuole omologati ed in tendenza con il sistema. L’ IO è rafforzato dai luoghi comuni, dalla routine quotidiana e da tutte quelle condizioni che ci spingono verso direzioni innaturali, le quali porteranno, prima o poi verso la malattia. Ogni malattia rappresenta non solo una lacerazione della propria trama di vita, ma rappresenta un forte appello della nostra intelligenza interiore che altro non chiede di ripristinare l’omeostasi e dunque la salute. Spesso il disagio è già in sé la soluzione: basterebbe riportare in primo piano i segnali che il corpo invia, ascoltare le sue sensazioni ed esserne maggiormente consapevoli. Tanti segnali vengono ignorati o addirittura soppressi ma, questi sono segnali di denuncia di una disarmonia che va ben oltre il corpo stesso. La PNEI dimostra scientificamente, ciò che Groddeck teorizzava. La psiche con i suoi processi, il pensiero, la coscienza, le emozioni sono elementi compresenti in ogni processo nervoso, endocrino ed immunitario. Tutto dunque nasce dalla mente, in particolare dall’ area limbica, sede delle emozioni e dei comportamenti istintuali. All’interno dell’area limbica giungono continuamente afferenze da tutti gli organi. David Servan – Schereiber dell’ Università di Pittsburgh, Pennsylvania, afferma che il “ il cervello emotivo” possiede due meccanismi naturali di autoriparazione. Si tratta di capacità innate di ritrovare l’equilibrio ed il benessere…paragonabile alla cicatrizzazione di una ferita. Inoltre l’area limbica è la centralina di funzioni vitali come la respirazione, il battito cardiaco, la libido, il sonno, la pressione arteriosa, la secrezione ormonale e la risposta immunitaria.
1. Cosa ostacola il processo di autoguarigione?
2. Cosa invece lo favorisce?
3. Alla base dell’effetto placebo, vi è questa risposta?
Sicuramente alla prima domanda si poterebbe rispondere che primo fra tutti, l’ ostacolo primario per il nostro guaritore interno è il cervello razionale. L’IO, ovverosia le convinzioni, gli schemi mentali e la cerebralità, il ruminìo mentale, il modo di pensare, i falsi obiettivi e/o progetti che ci imponiamo, le credenze e il modo di agire nella realtà ci orientano verso un’operatività rigida, legata a contingenze quotidiane. Ciò promuove un disallineamento tra i due cervelli, generando uno stato di caos e disarmonia del biochimismo corporeo. Un IO che è incapace di accogliere le sensazioni ed i bisogni reali. Il prevalere del cervello razionale sul limbico crea le condizioni per l’instaurarsi di un assetto neurochimico tipico dell’ansia o degli attacchi di panico.
Quante depressioni, attacchi di panico o stati ansiogeni potrebbero trovare soluzione se soltanto ci si orientasse all’ascolto dei propri bisogni. Queste comuni manifestazioni psicosomatiche, sono supportate da un’iperattività del sistema nervoso autonomo, in particolare dalla sezione simpatico. Non solo ansia e attacchi di panico! Stress, forte autocontrollo, producono le stesse molecole le quali indeboliscono il nostro sistema salute. Cortisolo, (l’ormone dello stress) adrenalina, radicali liberi sono le molecole responsabili, quando prodotte in eccesso e per molto tempo, dell’ indebolimento del sistema immunitario, cardiovascolare, gastrointestinale. Esse provocano tra l’altro, una riduzione dei globuli bianchi ed anche l’innalzamento della pressione arteriosa e della frequenza cardiaca, predisponendo l’uomo ad un aumentato rischio di incappare in frequenti malattie (virali, batteriche)e di innalzare i fattori di rischio di ictus o infarto del miocardio. E’ possibile allontanarsi da questi pericoli, attraverso la “riprogrammazione” della propria attività mentale: essere in sintonia con i propri bisogni e quindi con se stessi, essere liberi di esprimere emozioni, ridere, meditare, vivere una sessualità appagante, coltivare interessi e passioni, essere creativi, dedicarsi allo sport preferito favoriscono la salute, promuovono la crescita dell’autostima del buonumore, dell’empatia. Tre condizioni che il nostro cervello plastico adora e che gli fanno produrre le sostanze della felicità e della salute: endorfine, serotonina, dopamina, citochine, linfochine. La seconda domanda può trovare risposta dalla teoria esposta dal ricercatore Enzo Soresi. Il ricercatore, autore de il “cervello anarchico” (UTET) propone la tesi dello “shock carismatico”. Con detta tesi, Soresi teorizza sulle remissioni spontanee che alcuni individui hanno comportato durante patologie serissime e conclamate. Definiamo cosa è lo shock carismatico; esso è secondo l’autore “un cambiamento profondo dello stato mentale della persona quando incontra un soggetto molto carismatico”. All’interno del libro viene segnalato un caso di un contadino afflitto da melanoma che guarisce dopo un incontro con Madre Teresa di Calcutta. E’ indubbio che l’uomo abbia questa risorsa e la stessa trova testimonianza in questa come in tante altre guarigioni inspiegabili. Lo stesso effetto placebo, è ipotizzabile che esso sia riconducibile ad una modificazione biochimica del cervello, generata dalla fiducia riposta nel farmaco da parte del paziente. Evidenze chiare circa l’effetto placebo non ve ne sono, però in letteratura scientifica l’esempio maggiormente significativo è dato dal confronto tra l’attività antidolorifica prodotto dalla morfina con quella prodotta dall’acqua, somministrata in pazienti ignori dello scambio. I dati ci dicono che la scomparsa del dolore nel campione placebo è del 60%. Mentre la medicina ufficiale etichetta l’effetto placebo come un processo di autosuggestione, l’auspicio è quello di poter approfondire, conoscere in fondo questo promettente ambito di ricerca e svelare gli intimi e meravigliosi segreti dell’autoguarigione.

Fonte: http://www.neuroscienze.net/?p=566

giovedì 9 agosto 2012

LE ULTIME SU FUKUSHIMA


Le radiazioni potrebbero causare tra 15 e 1.300 decessi

Potrebbero provocare tra 15 e 1.300 morti e tra 24 e 2.500 casi di cancro, le radiazioni causate dall'incidente nella centrale nucleare giapponese di Fukushima Daiichi. E' quanto indicano le prime stime dell'impatto sulla salute dell'incidente nucleare di Fukushima dell'11 marzo 2011, pubblicate oggi sulla rivista Energy and Environmental Science. Il modello è stato elaborato da Mark Jacobson e Ten Hoeve, dell'università californiana di Stanford.

Nonostante l'ampiezza delle stime, i dati contrastano con quanto dichiarato dal Comitato Scientifico delle Nazioni Unite all'epoca del disastro, ovvero che i livelli di radioattività non avrebbero provocato alcun effetto grave sulla salute. Il modello indica invece che quello di Fukushima Daiichi è stato il peggiore incidente nucleare dopo quello avvenuto nel 1986 a Chernobyl, che secondo il rapporto ufficiale delle Nazioni Unite causò 65 morti ed una stima, contestata da diverse associazioni ambientaliste, di altri 4.000 decessi nell'arco di 80 anni.





Nel caso giapponese il rilascio delle radiazioni ha contaminato alcune centinaia di chilometri quadrati intorno all'impianto e la maggior parte della radioattività è finita nel Pacifico. Soltanto il 19% del materiale è rimasto a terra, limitando l'esposizione della popolazione. Livelli più bassi di radioattività sono stati rilevati nel Nord America e in Europa.

I ricercatori hanno utilizzato un modello atmosferico globale in 3D, sviluppato in oltre 20 anni di ricerca e in grado di prevedere lo spostamento del materiale radioattivo, incrociandolo con un modello standard sugli effetti provocati sulla salute per stimare l'esposizione umana alla radioattività. Considerate le incertezze dei modelli, i ricercatori hanno individuato un bilancio di 130 vittime a livello globale stimato in 130 persone, concentrate soprattutto in Giappone e in modo minore in Asia e nel Nord America. Una stima che, includendo più forme di tumori, fa salire il numero a 180.

Riguardo alla gestione del rischio, secondo i ricercatori la risposta del governo giapponese è stata più efficiente rispetto a quanto è accaduto a Chernobyl. Le agenzie giapponesi, ad esempio, hanno evacuato la popolazione entro uno raggio di 20 chilometri dalla centrale, distribuito iodio per prevenire l'assorbimento radioattivo e vietato la coltivazione di piante.

Secondo il modello, l'evacuazione avrebbe impedito 245 morti dovute alle radiazioni, ma la ricerca rileva che si sono verificati circa 600 decessi dovuti allo stesso processo di evacuazione, soprattutto a causa della debolezza e dell'esposizione di anziani e malati cronici. Questo significa che il processo di evacuazione è costato più vite di quante ne sia riuscito a salvarne.


Fonte: http://www.cronacheterrestri.com/cronache-terrestri/fukushima-la-prima-stima-dell-impatto-sulla-salute

martedì 7 agosto 2012

ABBATTONO COLONIA FELINA PER COSTRUIRE UNA STRADA


Una vicenda che ha del credibile, purtroppo, visto che i soprusi ai danni dei randagi e di chi se ne occupa sono all’ordine del giorno in Italia. Ci riferiamo all’abbattimento delle casette dei gatti nel Comune di Paratico, in provincia di Brescia. La denuncia arriva dalla sezione bresciana dell’OIPA (Organizzazione Internazionale Protezione Animali): la colonia felina è stata letteralmente spazzata via dalle ruspe per far posto ad una strada, senza alcun riguardo per i poveri gatti ospiti, tanto che un micino è stato trovato morto ed altri sei gatti risultano al momento dispersi, probabilmente sono ancora sotto le macerie.
Un fatto gravissimo, anche alla luce del fatto che la colonia felina di via Tengattini era regolarmente registrata. Il Comune non poteva e non doveva ignorarne l’esistenza quando ha concesso il via ai lavori. l’OIPA denuncia il completo disinteresse dell’amministrazione comunale sulla sorte dei gatti. Probabilmente è stata la ASL a non segnalare la colonia al Comune. Di certo c’è che le casette dei gatti sono state abbattute, i lavori proseguono e sotto le macerie potrebbero esserci le carcasse dei poveri mici.



Un atteggiamento a dir poco riprovevole, come spiega Anna Corsini, Coordinatrice delle Guardie Zoofile OIPA di Brescia, che risponde al reato di uccisione e maltrattamento di animali e che denota
Il completo disinteresse sia nei confronti dei felini uccisi, feriti e terrorizzati, sia del lavoro dei volontari che da oltre un anno si recavano quotidianamente ad accudire la colonia e a tenere pulita tutta l’area che li ospitava, nonostante la legge nazionale 281/91 sancisca che sono Comune ed ASL di competenza a dover provvedere alla sterilizzazione e alla cura dei gatti in libertà. La legge della regione Lombardia n. 33 del 2009, sancisce che i gatti che vivono in stato di libertà sono protetti ed è vietato maltrattarli o allontanarli dal loro habitat. Se il Comune, d’intesa con l’ASL competente, accerta che l’allontanamento si rende inevitabile per la loro tutela o per gravi motivazioni sanitarie, individua altra idonea collocazione, nel rispetto delle norme igieniche.
Vedere i volontari che scavano tra le macerie (del loro lavoro) mette addosso una gran tristezza: non solo le istituzioni non agevolano la tutela dei randagi, ma ostacolano chiunque provi a costruire qualcosa di positivo per alleviare la sofferenza dei gatti soli ed abbandonati a se stessi. Vergogna!

Fonte: http://www.petsblog.it/post/11397/ruspe-abbattono-le-casette-dei-gatti-per-costruire-una-strada-succede-a-brescia

lunedì 6 agosto 2012

LA CHEMIO FAVORISCE IL TUMORE


ROMA – Finora la chemioterapia è stata considerata l’unico rimedio conosciuto per tentare di bloccare e sconfiggere il cancro, secondo una nuova ricerca potrebbe invece favorire il tumore, bloccando l’effetto dei farmaci e “alimentando” le cellule tumorali. A dirlo sono i ricercatori del Fred Hutchinson Cancer Research Center di Seattle, in uno studio pubblicato sulla rivista Nature, secondo cui la chemioterapia, se non funziona subito, rischia di favorire il cancro.
Perché? Tutto dipende dalle cellule non tumorali che vengono danneggiate dai farmaci: queste tentano di avvertire le cellule sane di proteggersi dall’attacco chimico e accelerarne una crescita riparativa. E queste cellule, recepito il “consiglio”, iniziano a produrre una proteina per auto-proteggersi. Solo che le prime ad essere favorite da questa proteina sono proprio le cellule tumorali, che grazie ad essa crescono più velocemente e diventano resistenti alla chemio. Come un cane che si morde la coda: seconda la ricerca se la chemio non annienta le cellule tumorali da subito fa scattare una reazione a catena per cui in realtà va ad ampliare il cancro già presenta.



I ricercatori di Seattle hanno studiato il tumore alla prostata e quelli del seno e delle ovaie. Tutto è partito da una domanda: perché le cellule del cancro alla prostata sono così difficili da eliminare nel corpo umano, mentre è molto facile eliminarle in laboratorio? Per trovare la risposta, nei laboratori di Seattle si sono cominciati ad analizzare gli effetti di un tipo di chemio sui tessuti raccolti da pazienti affetti da tumore alla prostata. E sono stati scoperti “evidenti danni del Dna” nelle cellule sane vicine all’area colpita dal cancro. Queste ultime, per reazione, producono quantità maggiori di una proteina, la WNTi6B, che ha come “effetto collaterale quello di favorire la sopravvivenza del tumore, la sua velocità di crescita e, soprattutto, la sua resistenza ai successivi trattamenti”.
Che cosa fare allora? “Per esempio – dice uno dei ricercatori – mettere a punto un anticorpo alla WNTi6B da assumere durante la chemio. In alternativa, si potrebbero ridurre le dosi della chemio”.

domenica 5 agosto 2012

IL VERO PERCHE' DELLA CRISI


Ma cosa è questa crisi? Cosa ha causato la crisi? Perché persiste e perché si è trasformata in recessione? Come faremo ad uscirne? Queste sono domande che assillano addetti ai lavori, cittadini, giornalisti e – nonostante qualcuno abbia sostenuto teorie strampalate verificatesi fallaci – siamo ancora lontani dalla soluzione, forse proprio per il fatto che non si è dato retta a chi ritiene che il problema stia tutto nella moneta a debito di cui lo Stato è monopolista.
L’associazione Ludwig von Mises Italia è lieta di presentare la versione italiana del documentario “Frode. Il perché della grande recessione”, di cui ha curato la traduzione e sottotitolatura. Esso ripercorre i passaggi salienti che dall’inizio del nuovo secolo hanno portato a quella grave crisi economica che oggi subiamo sempre di più come minaccia alle nostre libertà, al nostro reddito ed al tessuto sociale che avvolge il nostro benessere. Quanto di diverso il lettore troverà in questo documentario, rispetto ad altra propaganda, è un’analisi radicale nella prospettiva della Scuola Austriaca di economia che denuncia il nefasto legame tra governi e settore bancario, saldato a danno di ciascun individuo tramite quotidiana violazione dei suoi diritti di proprietà.



Non c’è alternativa: il ritorno ad una moneta-merce privata, un sistema bancario a riserva intera e l’abolizione dell’istituto di banca centrale sono la via d’uscita dalla piaga dei cicli economici e dall’ambiente di interventismo inflazionista che li genera.
Comprendere, prima di agire insomma: buona visione.

Fonre: http://www.free-italia.net/2012/08/la-crisi-e-solo-una-grande-truffa-ecco.html?utm_source=twitterfeed&utm_medium=facebook