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mercoledì 20 marzo 2013

BRUCIA LA EX OLIVETTI DI SCARMAGNO

Ragazzi è pazzesco...
Vado tranquilla sul mio profilo facebook
e tra i tanti link vedo una foto che mi sembra familiare...
Guardo bene e poi ne vedo un altro...
diverso ma il soggetto è lo stesso...
Non ci credo... il mio vecchio posto di lavoro
E' andato a fuoco
Allora cerco le notizie e lo trovo su LA STAMPA, insomma dico LA STAMPA
Sono sconvolta






INCENDIO ALL'EX OLIVETTI,
a casa seicento lavoratori

A fuoco il magazzino dell’azienda Celltel nel quale erano stipati materiale elettrico e telefonini Telecom per un valore di circa 3 milioni di euro.

Dopo il rogo l’azienda di telefonia valuta se mettere i dipendenti in cassa integrazione. La Fiom: non cancellate altri posti di lavoro.
Dopo il rogo che ieri ha avvolto la Celltel nel comprensorio industriale ex Olivetti di Scarmagno, in provincia di Torino, i seicento lavoratori dell’azienda sono stati lasciati a casa. Le fiamme hanno distrutto magazzini e laboratori dell’azienda di telefonia. Nel pomeriggio si è tenuto un incontro all’Unione Industriale di Ivrea sull’utilizzo della cassa integrazione per coprire il periodo di non lavoro. Questa mattina, invece, centinaia di lavoratori si sono ritrovati nel piazzale davanti alla fabbrica, dove si è svolta un’assemblea. Domani ce ne sarà un’altra ai cancelli e venerdì un incontro al Comune di Ivrea con i sindaci del territorio, esponenti della     Provincia di Torino e della Regione Piemonte.
«Siamo di fronte a una tragedia, dove per puro caso non ci sono state vittime, che colpisce lavoratori già provati dallo smantellamento dell’Olivetti. Occorre quindi una puntuale verifica delle eventuali responsabilità perché con la vita delle persone non si può scherzare, così come bisogna evitare che qualcuno possa approfittare di quanto è successo per cancellare altri posti di lavoro in un territorio già martoriato dalla crisi». È il commento di Federico Bellono, segretario provinciale della Fiom. «Dall’assemblea di oggi - spiega Lino Malerba della Fiom di Ivrea - è emersa la volontà e la determinazione dei lavoratori per la ricostruzione dei posti di lavoro. La ricostruzione è possibile a patto che sia la volontà delle aziende, dei loro clienti, e soprattutto il supporto da parte delle istituzioni. Questo territorio non può sopportare un’altra perdita di aziende e di lavoro».

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