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mercoledì 13 marzo 2013

HABEMUS PAPAM

Alle 19,06 la fumata bianca annuncia che il conclave ha votato.
Abbiamo un nuovo Papa.
Alle 20,10 viene annunciato al mondo intero che il nuovo Papa è il cardinal Bergoglio argentino di origini italiane.
Ha scelto di chiamarsi Francesco.
Non era tra i favoriti, ma è stato eletto, e come ha dichiarato lui stesso, per eleggere il nuovo vescovo di Roma, i partecipanti al Conclave sono andati quasi alla fine del mondo.
Si tratta di un gesuita.





Conduce una vita semplice e in qualità di vescovo di Buenos Aires non aveva accettato l'appartamento offertogli, per vivere invece in un appartamentino modesto e spostarsi in autobus in mezzo alla gente.
Si è sempre occupato dei più poveri.
Il nome scelto e le abitudini di vita possono ricordare lo stile di vita di San Francesco.

Nel 1958 è entrato nella Compagnia di Gesù.
Ha insegnato letteratura e psicologia nei collegi di Santa Fe e Buenos Aires. dal 1997 arcivescovo coadiutore di Buenos Aires, un anno dopo è stato il successore del cardinale Antonio Quarracino.
Lo ha nominato cardinale papa Giovanni Paolo II, il 21 febbraio 2001 ed era già stato considerato papabile nel 2005, quando fu eletto Benedetto XVI e sarebbe già stato allora il più votato dopo Ratzinger.
Un Papa semplice che appare molto emozionato e si rivolge così alla gran folla che si accalca tra i colonnati di piazza San Pietro:

«Fratelli e sorelle buonasera, come sapete il dovere del conclave è dare un vescovo a Roma. I miei fratelli cardinali lo hanno preso alla fine del mondo. Vi ringrazio dell'accoglienza, la comunità diocesana di Roma, grazie. Prima di tutto vorrei fare una preghiera per il nostro vescovo emerito, Benedetto XVI. Preghiamo tutti insieme per lui, perché il Signore li benedica», sono state le sue prime parole prima di recitare il Padre nostro. «Adesso incominciamo il cammino della chiesa di Roma, con fiducia tra noi. Preghiamo per tutto il mondo perché ci sia grande fratellanza, io auguro che questo cammino di chiesa che oggi cominciamo. Vi chiedo di pregare il Signore perché mi benedica, la preghiera del popolo per il suo vescovo. Facciamo in silenzio questa preghiera vostra su di me».
Poi l'impartizione della benedezione con la concessione dell'indulgenza plenaria.

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