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lunedì 12 marzo 2012

ANCORA VIOLENZE DOMESTICHE

Buongiorno a tutti
Questa mattina ho aperto la mia pagina di facebook
E ho trovato un link che riportava questa notizia
Sono rimasta sconvolta
Non è possibile mi son detta
Magari nell'ottocento
Quando le donne scappavano dal padre
Per finire dritte nelle grinfie del marito
Ma oggi
Nel 2012
Sembra impossibile
Qualcuno tempo fa mi aveva detto che se gli uomini non hanno rispetto delle donne è colpa della madre
Io non lo so
Però non ha senso
Ho un figlio
Spero che non diventi un mostro

CRONACA
12/03/2012 - VIOLENZA IN FAMIGLIA

Picchia moglie e figlia
da 15 anni, denunciato

CLAUDIO LAUGERI
TORINO

Insultata. Maltrattata. Picchiata. Per quindici anni. L'altra sera, Maria ha deciso di ribellarsi al marito, il suo aguzzino. E' andata al pronto soccorso delle Molinette, ha chiesto a un'infermiera di chiamare le forze dell'ordine. Sono arrivati gli agenti del Nucleo prossimità della polizia municipale, hanno raccolto la sua testimonianza e hanno ascoltato le poche parole uscite dalla bocca di Giorgia, la figlia di 12 anni, pure lei succube delle violenze del padre. Entrambe sono state accompagnate in un albergo, a spese del Comune. Una scelta di sicurezza: non voleva e non poteva tornare a casa.

Maria ha 39 anni, il marito Stefano 40. Lei è casalinga, lui ha un incarico di rilievo in una ditta informatica. Abitano in collina, vita benestante. Sabato, la famigliola era partita da casa per andare a fare un giro a «Vicolungo Outlet». Una giornata che poteva essere all'insegna della spensieratezza. Ma appena entrati in autostrada, Maria e Stefano hanno incominciatoa discutere. Il paradosso è che parlavano di vacanze. Dovevano decidere dove andare nel «ponte» pasquale. Maria e Stefano hanno incominciato a litigare per la méta, in pochi istanti il marito si è infuriato, ha incominciato a gridare, a insultare la moglie. Poi, d'un tratto ha bloccato l'auto, è sceso, ha tirato giù pure la moglie e l'ha picchiata. Schiaffi e pugni in faccia, in testa, l'ha pure colpita dietro l'orecchio con un oggetto raccolto in auto. Tutto è avvenuto sotto gli occhi della figlia, che non ha osato fiatare per paura di ritorsioni.

Esaurito il raptus di violenza, Stefano ha fatto salire in auto la moglie ed è ripartito per Vicolungo. Maria era terrorizzata, ma ha cercato di fare finta di niente, come sempre. Nella sua mente, però, maturava la decisione di fuggire, di chiudere quel rapporto, quella tortura continua.

La famigliola è arrivata a casa poco dopo le 21,30. Maria ha atteso che Stefano fosse in un'altra stanza, ha preso per mano la figlia e l'ha portata con sé al pronto soccorso delle Molinette. I medici hanno visitato la donna, hanno medicato le ferite e hanno fatto qualche domanda per capire le cause. E lei ha risposto.

Ha chiesto aiuto, per la prima volta nella sua vita era riuscita a ribellarsi a quell'uomo. Ha raccontato tutto a un'infermiera, poi agli agenti del Nucleo di prossimità della polizia municipale. Gli insulti, i maltrattamenti, le botte andavano avanti almeno da 15 anni. Maria e Stefano erano fidanzati. Forse, lei credeva che fosse nervoso per qualche motivo, lo ha giustificato infinite volte. Prima e dopo il matrimonio. Addirittura, quando lui buttava giù a calci la porta della cameretta della figlia dove Maria si rifugiava nel tentativo di proteggersi e di proteggere la piccola.

Inutile. Lui entrava e picchiava. Schiaffi e pugni, in faccia, sulla testa. A madre e figlia. A volte, brandiva come una clava il primo oggetto che si trovava davanti. Un incubo durato 15 anni. Interrotto dalla denuncia firmata sabato sera. La prognosi per le ferite curate alle Molinette è di 20 giorni. Bastano per aprire un procedimento penale d'ufficio. Questa volta, Stefano finirà davanti a un giudice. 

Fonte: http://www3.lastampa.it/torino/sezioni/cronaca/articolo/lstp/446050/

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